tag:blogger.com,1999:blog-4750536655238270842024-03-05T21:45:50.693+01:00Anatemi anticristianiSaints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.comBlogger25125tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-45559557107285434592013-06-20T00:17:00.001+02:002013-06-20T00:17:21.165+02:00Sara Tommasi mortaSara Tommasi, l’etera passeggiatrice mondana, l’austera irremovibile peripatetica, si, proprio lei, la lucciola cortigiana e mantenuta, non è più.
Ogni buon uomo è a conoscenza della sua codarda e devota ritirata al cristianesimo, della sua rispettosa e riverente evangelizzazione di qualche mese fa.
Ebbene si, è notizia di queste ultime ore che essa, lei, la brava Sara Tommasi, durante la sua incessante e inesauribile orazione. Mentre invocava supplichevolmente la madre del Cristo - che tanto le somiglia - proprio mentre la implorava, delirando ed inveendo, cantando a piena voce le lodi al cielo, di discostarla il più possibile dai corrotti, depravati e malati di poca fede.
Ella, latrando ed ululando addosso all’effigie di padre marrano, vituperando gli scarsi e gl’impuri, i viziosi e i peccaminosi. Proprio in quegl’ istanti incommensurabili, data l’estesissima e sconfinata devozione e carità nei confronti della donna mesta, della beata vergine, si fece riverginare.
Decise quindi e si recise la vulva. La recintò, se la sbarrò, se la cucì e se la trapuntò, se la rabberciò alla bene e meglio e se la saturò.
Ignorando però le conseguenze.
Impossibilitata ad orinare si gonfiò, accrebbe a dismisura e deflagrò.
Oltre a lei, perse la vita anche un pretino gaio che, pare, le aveva consigliato il mendace espediente per meritarsi l’empireo ed eliso Eden beato.
Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-6839028999063561812013-05-24T01:14:00.000+02:002013-05-24T01:14:06.264+02:00La campanaPercepivo l’odioso suono della campana, ma non ne captavo la provenienza. Cercai, come un cane annusa il tartufo, di aguzzare l’orecchio, di riconoscerne la fonte, d’intuirne, se mi fosse stato possibile, l’origine.
Dunque perlustrai ogni contrada, ispezionai ogni città, esaminai, con l’abilità di un segugio, ogni via, ogni sentiero. Analizzai tutti i cantoni, visitai fino all’ultimo luogo remoto del globo, ma, con mio grande dolore, non conseguii ciò che cercavo. Quella nefasta campana continuava a suonare.
Senza più speranze alzai gli occhi al cielo, scandagliando per l’ultima volta, sforzandomi di ripescare, con un chimerico miraggio, la genesi del mio tormento.
E mi parve di trovare qualcosa, si, la vidi, vidi finalmente quella deprecabile campana!!!
Urlai il più forte possibile verso di essa, ma con una tale intensità che la prestanza della mia voce produsse un’energia, un vigore, una gagliarda e virile folata di vento miscelato ad una micidiale scarica elettrica mai veduta prima d’ora. Tanto fu immenso il mio sforzo che la campana saltò via dal campanile e con essa anche il prete che la stava suonando.
Volarono e volano ancora nel cosmo più occulto e recondito.
Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-57783502945436394282012-09-24T01:39:00.000+02:002014-05-26T10:06:27.091+02:00Il Coltellaccio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSFeiMDYrkSc-q43RoHg40s4aprQ00CtZ_LH-62gXQHC5zFA73Hy3iogyNW1m5X2nqqKKPSKQQ85CnwD7SiM_ImGAJ_L-say7aOont-eZGjT-n9hWQ7rKv-UaZOmM3cZ5o4H6G65hmnMQ6/s1600/il+coltellaccio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSFeiMDYrkSc-q43RoHg40s4aprQ00CtZ_LH-62gXQHC5zFA73Hy3iogyNW1m5X2nqqKKPSKQQ85CnwD7SiM_ImGAJ_L-say7aOont-eZGjT-n9hWQ7rKv-UaZOmM3cZ5o4H6G65hmnMQ6/s1600/il+coltellaccio.jpg" height="101" width="320" /></a></div>
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Avevo un coltellaccio rugginoso e me lo roteavo tra le dita facendolo turbinare ad una velocità eccezionale mentre repentinamente lanciavo occhiate all’antica figurazione impressa sulla centenaria porta del convento.
Il cinguettio dei fringuelli mi distrasse, ahimè, e voltatomi verso quel suono mi scivolò via il coltellaccio dalle mani e lo persi di vista, cominciai così una penosa ricerca spiacevole che durò parecchie ore.
Perlustrai l’ampia latrina del convento in ogni angolo, ma non lo trovai.
Esplorai il vetusto gabinetto del frate anziano, roteai persino il nauseabondo sterco che galleggiava sull’acqua, ma non lo trovai.
Frugai nella toilette e nel bagno turco privato dei francescani, scandagliandolo da capo a piedi, ma non lo trovai.
Setacciai i numerosi vespasiani che si ergevano in ogni cantone, investigando i bidet, gli acquai, i lavelli e i lavabi, ma non lo trovai.
Rovistai i restanti locali, ma tra i numerosi cessi, le trecento stanze da bagno, i centocinquanta servizi e i millecinquecento W.C. non riesumai il mio fedele alleato arrugginito. E scandagliai tutto con la giustezza e la diligenza e il rigore dei migliori segugi.
Dunque, contrariato, uscii dal convento con l’intenzione di non ritornarvi più, non prima di aver scavalcato il misero cadavere di un fraticello guardiano colpito a morte da un pugnale errante.
Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-47397435061684580262012-07-12T00:54:00.001+02:002012-07-12T00:54:01.123+02:00Il deretanoUn due tre, ed ecco che il mio deretano fu pronto ad esplodere.
Vidi, per l’appunto, un’indecente bislacca figura pararmisi d’innanzi. Lo riconobbi in un istante, esso, tarchiato, sciancato, andicappato, dal suo occhio buono capii che colui, il rattrappito sbilenco, menomato, zoppo, era un credente. Lo vidi, come dissi, per l’appunto, puntando il dito verso il suo occhio, capii che il meschino aveva in se la convinzione di rivedere i suoi cari estinti dopo la sua inevitabile dipartita, il poveruomo si credeva fatto a somiglianza di dio, e fatto da dio stesso. Il disgraziato si era persuaso che la madonna e i santi fossero nel giusto, che gli apostoli fossero ragionevoli e che la bibbia non poteva provenire che dal divino, dall’altissimo (come credeva lui, il mentecatto).
Mi voltai e annientai lo squilibrato con il mio più potente peto, lo scaraventai sulla luna e non lo vidi più. Il mio deretano è però sempre preparato a colpirlo ancora e ancora e ancora…Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-28893846892393650272011-11-13T02:04:00.002+01:002011-11-13T02:06:43.933+01:00La flatulenzaNon credendo ai suoi occhi il bravo Arculo lasciò la sua flatulenza in mezzo ai fedeli durante l’omelia. Era giunto alla messa con il solo scopo di lasciarvela, la voleva mollare e la mollò, l’aveva trattenuta per un anno intero. E per mille volte almeno aveva temuto di perderla per strada, oppure durante la pace del torpore, ma il furbo Arculo inventò il tappo anale e la bloccò, la bloccò per mesi e mesi. Infatti, egli, bevuta d’un sorso la sua quotidiana ampolla di liquore, rubò lo zaffo, lo infilò furtivo dentro i pantaloni e da quel giorno visse con il solo scopo di trattenerla, e la trattenne, eccome se lo fece. Un giorno gli parve di averla perduta poiché odorò un vento pestifero provenire dalle sue natiche durante la cena di natale, ma poi s’accorse di essersi seduto su di una sedia Gogolà (sgabello sudicio carico di feccia e di lordura, composto e realizzato da Monsignor Cardinal Bertone in occasione del duemillesimo compleanno di Giuda L’Escariota). I presenti all’omelia svennero dopo essere stati uccisi dal miasma provocato dal flato di Arculo, il prete scoppiò, il diacono ringiovanì, le suore si accoppiarono con l’acquasantiera, le finestre della chiesa mutarono i loro disegni da santiferi a merdiferi, gli affreschi della via crucis alle pareti presero vita e svelarono finalmente l’arcano della resurrezione di Gesù. Egli, difatti, dopo esser morto, resuscitò dopo tre giorni e decedé il quarto, rinvenne il ventunesimo e spirò il trentaquattresimo, rinacque il quarantesimo e schiattò il cinquantatreesimo, ritornò alla vita il settantesimo e tirò le cuoia definitivamente proprio durante l’omelia, non resistette all’infausta micidiale e nociva pernacchia pestilenziale e nauseabonda del valido e saggio Arculo.Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-90262977837561985072011-06-21T01:16:00.001+02:002011-06-21T01:17:58.262+02:00Il GattoMai e giammai compresi il modo o la maniera di far defecare il gatto. Lo ricolmai di cibo, lo nutrii di uccelli e di ripieni, di polpette e latte in grande quantità, gli offrii le luculliane ghiottonerie dei re e le sfarzose squisitezze degli eccellenti chef ma egli, il gatto, non defecò. <br />Lo nascosi nel gabinetto di Marino Peto ed egli curiosò una straordinaria diarrea, opera che si edifica solamente nelle migliori occasioni - e solo dopo aver ingoiato incommensurabili quantità di pietanze – ma il gatto, nonostante gl’incitamenti, non volle evacuare. <br />Lo condussi dunque da Frate Merdaro, il quale lo meditò, l’indagò, l’analizzò e lo controllò. Lo legò, lo lubrificò e lo soppesò, gli lesse le sue misteriose quattro oscure e speciali avemarie clandestine ed in men che non si dica, il gatto vacillò, esitò, temporeggiò, ciondolò e scaricò chili e chili di letame purissimo ed escrementi incontaminati proprio tra le braccia del Frate, il quale, lieto e giubilante come un infante, non prima di averci salutati e benedetti con un inchino, si richiuse con le deiezioni nel suo personalissimo boudoir, uscendone solamente molte ore più tardi con quel gioioso e sereno viso che appartiene agli spiriti eletti e beati da imprecisabili e remotissime ere.Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-57424767247115329182010-12-06T02:08:00.001+01:002010-12-07T00:58:45.803+01:00Sant'eunucoNon ebbi dubbio alcuno, non appena il pastore varcò la mia soglia lo rimproverai per essere quello che era e per gli abbigliamenti che portava e per i sermoni che enunciava e per l’intollerabile odiosa dannazione che emanava il suo flaccido corpo da misero eunuco qual era. Egli, l’eunuco, chiosò le sue ragioni e vagheggiò sul suo supposto dio chimerico, ripetendo, come fin da bambino seppe fare, le mendaci illusioni che gli furono istruite dai padri anziani. La certezza in cui viveva mi nauseò e l’almanaccai:<br />Gli narrai infatti ciò che accadde ad Augusto Colite, che pregò tutta la notte santa Rita e la mattina agevolò la scelta d’intossicare il suo gatto prediletto pur di non vederlo mangiare il topo che l’indispettiva. Oppure la storia di Tivo Motosega che preferì bastonare, vergare, flagellare, inchiodare ed arrostire su di un braciere il suo figliuolo amatissimo pur di assicurargli una beata beatitudine post mortem spettante ai martiri, come al beato San Lorenzo perseguitato da Valeriano. O invece descrissi la favola dell’inficiata Dora, la quale fu promessa in sposa ad un esecrabile cane idrofobo e collerico, impudico e lussurioso, il quale non poté sopravvivere all’ invereconda castità della sua consorte, qualità dettata dalla minuziosa e particolareggiata conoscenza della beata vergine Francesca Mézière.<br />Egli, l’eunuco prete pastore, con il suo ghigno ingannevole, approvò la scelta dei protagonisti delle mie narrazioni, ed espresse il desiderio di poter alleviare una sua fame inattesa, ed io per ringraziarlo saziai il suo improvviso appetito con delle magiche polpette che preparai all’istante, le quali, oltre che a sfamarlo, esaudirono il suo più sacro desiderio e ricoprirono il suo corpo di pustole dolorose che emettevano incessantemente un liquido sieroso, biancastro fetido e nauseabondo. Egli morì dopo aver celebrato incalcolabili messe in condizioni di disperazione pestilenziale così fu nominato nuovo patrono di Gubbio con il nome di Ubaldo secondo, identico al primo ma eunuco, dunque, per gli abitanti, decisamente migliore. <br />Me ne andai felice per la mia strada solamente dopo aver sterminato fino all’ultimo ogni autoctono eugubino.Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-86734985457931808292010-12-02T03:06:00.002+01:002010-12-02T03:11:23.726+01:00La bestemmiaConobbi le brezze marine del Caucaso e precepii un divulgare di anatemi sacrilegi, conobbi le alte giogaie ombrose nei pomeriggi di maggio sotto un sole rovente e udii bestemmie venir fuori dagli alberi e dalle tane del rospo, conobbi lande desolate e non ascoltai altro che vituperi e imprecazioni giungere dalle rocce e dal florido terreno. Un tempo distinsi una croce crocefiggere altre croci che a loro volta si crocifiggevano ed anche in quel momento, non udii altro che maledizioni, eresie e bestialità venir fuori dal legno e dai chiodi e sentii imprecare i tarli che mangiavano le croci e la mia anima fu invasa dall’immenso freddo, poiché il calore dagli anatemi era rapito. Vagai per le frondose foreste e vidi cagne violentate dagli alberi e dalle rocce, vidi il materializzarsi dell’imprecazione, nacque l’impensabile animale biforcuto, terribile a vedersi, indesiderabile ma perfetto. Lo riconobbi dal suo odore bestiale e dalla sua bestiale mancanza di fetore, dalla sua inestimabile deformità e dalla sua rarissima leggiadria. Esso mi guardò affatto stupefatto e, curvatosi, defecò in un pitale marrone.Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-28224464415308182772010-12-01T02:15:00.002+01:002014-05-26T10:07:23.400+02:00Madre Teresa<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMiN1zum-7j4U4J2B3DbZJS-7jYLljUDr1eo-02dTwy1bXSFeGy0D3GX16A617coEcf5yrNYX4j_qPNiFM3drj8QcHZBuJdZWQwFEze9q14QB7OoJ0FjJLaqTtmx5EG7AaNSYTql7i4qDd/s1600/madre+teresa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMiN1zum-7j4U4J2B3DbZJS-7jYLljUDr1eo-02dTwy1bXSFeGy0D3GX16A617coEcf5yrNYX4j_qPNiFM3drj8QcHZBuJdZWQwFEze9q14QB7OoJ0FjJLaqTtmx5EG7AaNSYTql7i4qDd/s1600/madre+teresa.jpg" height="320" width="258" /></a></div>
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L’incredibile orribile era sul punto di crepare, disconobbe il suo mistero e rinnegò la sua statura, rifiutò la sua andatura e contestò l’oltraggioso appellativo che le fu dato il giorno della sua comparsa tra i santi “Madre Teresa”. Essa non ebbe alcuna titubanza ma l’imprevista decadenza della sua indecenza le permise di disattendere il terrificante tragico compimento del suo ineccepibile e indiscutibile ostico destino. Essa difatti presentendo ciò che le stava sopraggiungendo si risolse occupandosi alla composizione ardita di maledizioni e vituperi e imprecazioni contro ogni autorità ecclesiastica. In punto di morte, rivolse agli astanti l’antica preghiera di non disimparare le ultime volontà e formulò gli anatemi anticristiani. Così ora io ve li tramando tremando e rabbrividendo, poiché il ricordo della loro nascita coincide con il trapasso di una vecchia passeggiatrice zoccola, peripatetica e mignotta, sgualdrina mondana e bagascia, meretrice e prostituta battona.Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-48948286184591916172010-11-13T18:18:00.000+01:002010-11-13T18:19:34.601+01:00Il DiaconoSe per caso doveste per forza passare, durante una lugubre notte tempestosa, davanti alla caserma del diacono, noterete certamente le finestre spezzate e le porte frantumate, udirete innegabilmente urla fuoriuscire dal camino e bestemmie venir fuori dal terreno. E se vi approssimerete senza paura alla caserma, verrete indubbiamente masturbati dai tifoni e dai turbini che assediano i recinti dello stabile. E se, nonostante tutto, vorrete entrare a salutare il diacono, esso vi accoglierà e vi racconterà l’imperscrutabile arcana fine del fico, bruciato in un istante da Gesù, poiché i suoi frutti non erano maturi, bensì ripieni di escrementi, materia fecale e deiezioni e feci e sterco, indigeribili anche per l’ineffabile soprannaturale stomaco del celestiale profeta divino.Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-60697791934362406782010-11-06T02:15:00.002+01:002010-11-06T02:18:47.913+01:00Oreste DiarreaOreste Diarrea non poté non imbarazzarsi di fronte al confessionale che gli s’ergeva di fronte, non avrebbe mai detto i suoi peccati a nessuno, eppure il pretino gaio voleva sapere!<br />Domandò e ridomandò incredulo che Oreste non avesse commesso gran ché nella sua flemmatica esistenza da storpio e da grassone qual’era, non volle credere alla totale assenza di onanismo, né all’incondizionata deficienza di qual si voglia vituperio nei confronti della chiesa, né alla carenza di bestialità, barbarie o atrocità. Eppure Oreste Diarrea negò ogni cosa e si disse gran santone, intangibile e soprannaturale. Il buon prete commosso pianse lacrime cocenti quando seppe che l’unico peccato commesso dal bravo integerrimo e celestiale fu solamente quello di aver sputato nella terra consacrata e di aver, a sproposito, spropositato nei confronti della sua madre carissima. <br />Eppure al prete, abituato ad origliare i peccati, non andò giù e tentò in ogni modo, si adoperò, si avvalse d’innumerevoli trucchi preteschi ma non udì altro che lodi alla madonna e glorificazioni ai santi. Giunto allo sconforto il prete bestemmiò, e la bestemmia risvegliò in qualche modo Oreste che in men che non si dica sovvertì le sue maniere e divenne bestia. Urlò finché non gli si squarciarono le tonsille, lanciò pugni e calci finché mani e piedi non si disgiunsero, defecò e urinò fino a che non gli s’implose il corpo, picchiò il cranio finché esso non si aprì e il cervello non si frantumò ricoprendo il prete di materia grigia. <br />Nonostante Oreste fu celebrato al tempo per la sua crudeltà, dissolutezza, depravazione e per il vizio di uccidere cristiani e religiosi di ogni fede e professione, fu fatto santo. Oggi, quel che resta del suo corpo riposa consacrato nell’immensa cattedrale e le visite e le preghiere lo ergono, nell’immaginario collettivo, al pari dei perfetti, più giusti dei beati, ed egli, sogghignando, se ne andò felice per la sua strada.Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-45395946315522594172010-11-03T14:37:00.001+01:002010-11-03T14:40:21.243+01:00Carlo e il suo amoreCarlo Testicolo non aveva alcuna voglia d’innamorarsi della suora che lo vestiva e lo custodiva durante la sua spietata infanzia d’orfano che gli capitò, ma nonostante i suoi sforzi e le sue pene non poté farne a meno e quando la suora, in un momento di distrazione, si voltò, egli le disse quello che congetturava e mentre proferiva i verbi amorosi sprigionava dal deretano una pestilenziale flatulenza che gremì la stanza. Il fiato mancò alla religiosa ed egli la vide assopirsi al suolo, e mentre s’accasciava perdendo i sensi sentì accrescere un diabolico sorriso sul suo volto.<br />Le prese il viso e lo baciò, le baciò le mani e il collo e laddove lo sguardo non poteva penetrare le vesti sacre egli la bastonò con la più dura ferocia e brutalità. La furiosa crudeltà si abbatteva solamente sulle parti ricoperte dagl’ indumenti, tutto il resto lo ricoprì di rose e di profumi, di blandizie e amorevolezze. Il velo ben presto s’intrise di sangue rappreso ma a Carlo non importava, il vestito sporco non era d’intralcio alle sue effusioni e affettuosità. Così la amò per tutta la notte e per i giorni a venire finché il fetore imposto dalla putrefazione non esortò Carlo alla ricerca di un nuovo amore, così se ne andò felice per la sua strada.Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-64403193508919801232010-10-14T02:02:00.003+02:002010-10-14T14:07:12.380+02:00La messa di NataleQuando Franco Imbuto rovinò addosso al prete durante la messa di natale, tutta la gente la prese a ridere, e per scherzo, da quel dì, ogni messa di natale si afferrava Franco Imbuto e lo si scaraventava contro il prete durante l’omelia. Franco non era poi tanto contento del fatto di essere divenuto un oggetto e di poter essere scaraventato da chicchessia, ma quando poi si accorgeva di essere destinato ad abbattere preti e a devastare la messa si diceva tra se “Oscuro è il motivo per cui, idiota come me, dipendo dal mondo e poco o nulla lo determino, eppure il farmi sasso o ariete e distruggere chi il mondo lo comanda e chi, serioso, ripete le illusioni vecchie e sentenzia il bene e il male, questo è sì un gran conforto ed ora che mi rovescio addosso al prete gli farò un gran male”.<br />Così dicendo chiudeva pugni e stringeva le membra, si faceva marmoreo e abbassando la testa e alzando le ginocchia e urlando, sventrava il sacerdote gioendo come un infante.Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-23887490613798300002010-09-12T16:23:00.003+02:002010-09-12T22:33:09.049+02:00Il paradisoDopo anni di tentativi, prove e riprove, ginnastiche ed esercizi, moti e movimenti, allenamenti e addestramenti, chinando il capo e per l’ennesima volta sfiorando il pavimento mi accorsi di essere piombato in paradiso. Proprio in quell’occulto paradiso sognato e desiderato da tutta l’umanità. Sprofondai in mezzo ai santi e ai beati e agli angeli, tutti intenti nel guardare l’ultraterrena, l’illustre e gloriosa luce divina. Il silenzio e la pace erano terribili, la quiete e l’oblio echeggiavano da ogni anima estasiata e paga dell’allucinante visione trascendentale.<br />Non sapendo però che farmene di tutta quella luce e nauseandomi guardai il mio soprannaturale orologio anale e scoprii che il livello di tedio aveva ormai raggiunto il sommo grado e l’apogeo così escogitai una trovata che mi normalizzo i valori vitali. Infatti, dopo aver eseguito numerosi esercizi di allungamento, stretching e contrazioni muscolari, prolungai l’asta fallica del mio nobile corpo facendola fuoriuscire dai pantaloni, l’afferrai con vigore e la vibrai in aria accumulando potenza e solo dopo esser certo di creare gravi lesioni, frustai il palo della luce divina facendola momentaneamente spegnere.<br />Ci furono attimi di panico, ogni anima si risvegliò e non sapendo più che fare mirava con occhi spalancati la mia asta, ed ancor prima di rendersi conto e dunque realizzare il mio operato vidi un immenso strofinare d’occhi e nessuno rimase a sedere dove stava, ognuno si alzava e si stirava le membra, sbadigliava e andava via, vi fu una gran fila al gabinetto paradisiaco, qualche facinoroso incominciò a calciare i cancelli urlando a San Pietro che non gliel’avrebbe fatta passare liscia, ma non appena i cancelli furono aperti ogni anima scivolò via con l’intenzione di non ritornare mai più. <br />Qualche attimo dopo però, la luce celestiale si riaccese, qualche nuovo venuto si rimise a sedere nei posti lasciati liberi e pian piano si andava riempiendo ogni spazio, nessuno protestò per l’accaduto e tutto stava tornando alle vecchie abitudini, così, esasperato, vomitai e defecai in un melone, feci congelare il tutto in un frigorifero celestiale e con la mia brutale e feroce fionda poderosa scaraventai la mia bomba biologica contro la luce, il paradiso si fece cupo e svanì ogni cosa con la stessa celerità di come era stata creata, mai più chinai il capo e me ne andai felice per la mia strada.Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-67537127316916109782010-07-20T03:19:00.002+02:002010-07-29T14:07:21.437+02:00Le FormicheInfischiandomene dell’improvviso temporale rimasi all’esterno della chiesa madido di fango e di pioggia fanghesca, inetto al riparo e maldestro e sciocco decisi di urinare per farmi balenare qualche idea nel cranio.<br />Spremendo la mia diligente uretra feci schizzare l’odoroso fluido fuori di me e lo diressi diligentemente contro un pilastro della incommensurabile realizzazione che mi si ergeva di fronte. Molte volte, transitando nei sobborghi di questa meravigliosa cattedrale, vagheggiai elucubrazioni demolitrici, fantasticai tremendi sismi o spaventose trombe d’aria od orribili eruzioni vulcaniche od agghiaccianti devastazioni nemiche. Eppure ogni tentativo si risolveva nell’impossibile disfacimento dell’opera. <br />Mai mi sarei aspettato ciò che accadde: infatti l’escrezione del mio possente rene si scaraventò contro il pilastro della chiesa, scivolò sul terreno sottostante che naturalmente lo assorbì, la pioggia che cadeva abbondante era però spaventosamente susseguente ad una terribile combustione che aveva annientato la mia casa (e con essa la mia micidiale collezione di feci), la pioggia era dunque una terribile pioggia acida che, mescolatasi all’acido urico, ippurico, solforico, fosforico nonché cloridrico della mia urina, divenne deleterio per la colonia di formiche che dimorava proprio sotto la chiesa. Morirono tutte le operaie e il formicaio divenne un inopinato cimitero carico di cibo appartato per l’inverno. Il caso volle che il cibo delle formiche - trovato sulle rocce, nell’acqua e in certi organismi viventi - era stracolmo di uranio arricchito. Non appena le formiche operaie morirono, le formiche volanti raggrupparono tutto il cibo in un’unica stanza del formicaio, l’uranio arricchito si approssimò causando una micidiale reazione atomica che annientò ogni cosa nell’arco di mille miglia. Della solenne e maestosa chiesa non ne rimase nemmeno il ricordo! Sbigottito e meravigliato me ne andai felice per la mia strada.Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-17287083556488727482009-10-24T18:02:00.004+02:002009-10-25T14:33:07.078+01:00L'indigenoVicissitudini inquiete indussero le mie membra ad intercedere lungo orrendi tragitti tenebrosi, imprecando per non sentirmi solo non mi arresi agli obsoleti pregiudizi del prete, i quali, presentendo l’avventura miscredente opterebbero verso un pacifico ritorno in patria, tentando una certa arcana riappacificazione con quel misterioso dio a cui crede ogni soggetto pensante che non sia nè troppo nè troppo poco intelligente.<br />L’interstizio tra me e il mio mondo si era fatto enorme e prima che potessi pensare all’impossiblità di tornare, scorsi dietro ad un sibillino cespuglio un indigeno che mi guardava con gli occhi da assassino ed impugnava un’ambuguo arnese bilame vibrandolo in aria. Ero pronto alla lotta e per non rimanere sorpreso urlai numerosi vituperi contro la chiesa e i suoi santi e nel fare ciò mi scaraventai contro l’indigeno con l’intenzione di farlo a pezzi. Ma una volta che l’ebbi raggiunto rimasi stupefatto, l’indigeno non era altri che il vescovo della mia piccola città, un'astruso miraggio aveva ingannato la mia mente e mi aveva quasi spinto ad un gesto inconsunto che mi avrebbe portato alla perdizione ed alla galera eterna! In un lampo d’istante elucubrai mille congetture, soppesai le discrepanze tra la visione e la realtà e concretai che il vescovo terrorizzato era decisamente più temibile dell’indigeno indiavolato, infatti egli - riavutosi dalla sorpresa - si alzò impetuoso e mi guardò, alzò il dito verso il cielo, ma prima che riuscì a proferire una sola sillaba del suo sermone ammazzadiavoli gli piantai un’ascia bilame in mezzo al cuore. Eliminai ogni prova del delitto ingoiando il metropolita fino all’ultimo, sgranocchiandogli perfino l’ultima falange dell’anulare. I capelli li regalai ad un amico quasi pelato, il quale mi ringraziò molto ed ancora oggi si fa chiamare Bertulli Valderrama.Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-56391542903407745442009-08-09T14:58:00.003+02:002014-05-26T10:02:27.349+02:00Il Cupolone<div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqUzyw-s8VH2pSgFiZWSPtZwZRIXdxQV1MWX0RRlB5u3cDzrX5cW76-o_oS8WlPerJDEGIdRZ9Skjwu4eGT0Q0N1-ErW9RtBVNBPU9JuJCcvIFJMuYUagVtbyipM5SVMHnr1_xbwRuJ4G2/s1600/dimeo-fulmine-sopra-cupolone-sanpietro.jpg" imageanchor="1"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqUzyw-s8VH2pSgFiZWSPtZwZRIXdxQV1MWX0RRlB5u3cDzrX5cW76-o_oS8WlPerJDEGIdRZ9Skjwu4eGT0Q0N1-ErW9RtBVNBPU9JuJCcvIFJMuYUagVtbyipM5SVMHnr1_xbwRuJ4G2/s320/dimeo-fulmine-sopra-cupolone-sanpietro.jpg" /></a> </div>
Cavalcando il mio levriero potente giunsi ai confini della mia tenuta e scrutando l’orizzonte vidi una cupola immensa al centro di una grande città, così mi decisi a visitarla. La chiesa era sconfinata, bellissima, l’amai in un istante e stabilii di comprarla, così chiamai il custode e mi presentai a lui come il suo futuro padrone; gli dissi che ho amato e che amo i cani, che non ho mai fatto del male ai maiali, che sono pronto a perdonare i peccati del gatto e del canguro, che nonostante il mio vizio di uccidere religiosi con efferata violenza conosco bene il cavallo e stimo molto la pecora. Gli rivelai che stavo per diventare il suo nuovo padrone e che avrebbe fatto meglio ad incominciare ad abbaiare e ad indicarmi il luogo ove si trovava il proprietario della chiesa, egli m’indicò senza meno le stanze dove un certo “papa” stava riposando e messosi a quattro zampe mi sorrise con la lingua fuori e scodinzolò. Avviatomi dove mi fu indicato incominciai a dare calci alla porta finché questa non si spalancò, una volta entrato ruttai più e più volte contro gli affreschi angelici del soffitto fino a farli scrostare e cadere, defecai e lanciai le mie feci alle finestre tentando di disegnarvi il mio ritratto, pisciai e vomitai in un pitale che giaceva ad un angolo della stanza (poi mi fu detto che si trattava di un’acquasantiera). Finito di fare ciò vedo in un angolino un vecchio, dai capelli bianchi e con il diavolo in corpo, indiavolato e arrabbiatissimo per questi miei scherzi esso mi raggiunse con un salto felino e mi prese per la gola, chiamò un certo dio e gli ordinò di punire questo mio comportamento, di trasformarmi in un ragno e nel farlo divenne viola in volto tanto che credei che egli stesso sarebbe divenuto un ragno in pochi istanti se non fosse per la sorpresa che escogitai e che lo fece tornare sereno. Infatti, con la naturalezza che contraddistingue i miei principeschi modi di fare e con estrema grazia, estrassi il bastone della mia vecchiaia dalle mutande, lo eressi e lo agitai con violenza colpendo il vecchio e distruggendogli il cranio. Lo aprii e notai una strana sostanza simile ad un budino che mi affrettai ad ingoiare, feci ciò con celerità e con grande avidità, dopodiché richiusi il cranio del vecchio e lo ringraziai per lo spuntino pomeridiano ma egli, maleducato qual era, non mi rispose, allora lo afferrai per un braccio e lo roteai facendolo schiantare contro un pilastro della chiesa per farlo rinvenire ma egli, diavolo qual era, non mosse ciglio. Dunque capii che si trattava certamente di morte apparente, così gli feci annusare un’allegra bottiglietta contenente un campione della mia preziosa urina ed egli infatti tornò in se. Lo ringraziai per l’allegro meriggio e conclusa la trattativa per la cessione della chiesa me ne andai felice per la mia strada.Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-61343996097782142472009-07-30T03:02:00.000+02:002009-07-30T03:05:13.926+02:00L'ostiaPeto la Bomba analizzò per ore il noioso sermone del vescovo durante la messa di natale ma non riuscì in alcun modo ad ottenere qualche cosa di attinente alla sua ricerca, dunque scandagliò i reconditi intestini della sua latrina nauseabonda ma rimase interdetto non trovandovi in essa la Grande risoluzione che si aspettava.<br />Peto infatti visse per anni con l'unico obiettivo di trovare una risposta alla domanda: la merda, dove va?? Lo sapeva bene che una volta fuoriuscita dall'apertura aborale del suo corpo avrebbe galleggiato estasiata sull'acqua del water, ma poi, dopo aver tirato lo sciacquone, essa se ne sarebbe svanita dalla sua vista per non si sa quale meta, e ciò lo faceva vaneggiare, sognava che un giorno avrebbe trovato un posto beato con tutte le merde del mondo, quel dì sarebbe stato felice.<br />Entrando in chiesa ogni domenica vedeva tanta gente perbene, pronta a fare del bene, ma in una circostanza la sua sorpresa fu enorme quando riconobbe nell’ostia della comunione che si accingeva a compiere un suo vecchio escremento perduto giorni prima nel machiavellico intreccio dei tubi della sua toilette.<br />Dopo decenni di inchieste, sequestri, intercettazioni e segrete indagini si apprese che ogni escremento finiva sotto la cupola del vaticano, dove veniva rimescolato, soffocato, ripreso, unto, manipolato, incenerito, miscelato, masticato e ricombinato fino a divenire un’ostia, che veniva benedetta con l’urina del papa, pronta per la comunione dei fedeli.Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-80706619435836559212009-07-14T03:41:00.001+02:002009-07-14T03:43:29.266+02:00L'IphoneFra Merdaro era un brav’uomo, il saio che portava, simbolo di povertà, lo ostentava alla gente comune che in lui vedeva una persona attraente, un frate buono. Il giorno del suo settantaquattresimo genetliaco si recò in città con il suo solito passo ballonzolante e il suo gaio e cortese sorriso sorridente, visitò due malati terminali portandogli quel mendace conforto che solo un santo pio devoto può dare, pregò per ore il suo supposto e sofisticato Dio chimerico, si rifocillò con un gelato pestilenziale che aveva conservato per anni dentro uno stivale appestato, ed acquistò un Iphone, ne rimase folgorato. Infatti, dopo averselo infilato nella tenebrosa apertura aborale delle sue membra, il maliardo cellulare incantato, dotato dei prodigiosi poteri portentosi congegnati dalla Apple trovò da se una linea wi-fi non protetta nominata “ammazzafratemerdaro”, si collegò ad internet e visitò senza tregua il blog di Bebbe Grillo e un astuto sito e-commerce tailandese dedicato alla diffusione e alla vendita dei nuovissimi cellulari anali. Vibrò per ore fino a che non si liquefece portando alla detonazione del gps e all’implosione di Frate Merdaro fino a far rimanere di lui null’altro che il suo marmoreo cuoio cappelluto e i suoi costosissimi occhiali dorati tempestati di diamanti e di uno sterco fossilizzato risalente alla metà del quindicimila avanti cristo.Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-36267738375755183322009-07-04T00:16:00.001+02:002014-05-26T10:11:16.028+02:00Il burrone<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiArEPeJ8QhpDK2qrlrhb9XncadTTX6uVKfnuFqydATZrxNvajL96jveTDzNeS09zsZAtV1kigrEHWm0ultZ0RmXeWgMPx76FNzr8LfDuFrUX_Jj8qlWEYuYA4ISlic8y_57LD3pnqqll0Q/s1600/testimoni+di+geova.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiArEPeJ8QhpDK2qrlrhb9XncadTTX6uVKfnuFqydATZrxNvajL96jveTDzNeS09zsZAtV1kigrEHWm0ultZ0RmXeWgMPx76FNzr8LfDuFrUX_Jj8qlWEYuYA4ISlic8y_57LD3pnqqll0Q/s1600/testimoni+di+geova.JPG" height="240" width="320" /></a></div>
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Cavalcando il mio poderoso biciclo ignoravo quale sia il dolore lancinante provocato dalla caduta in un dirupo o dal rimanere fulminati, o dal perire mangiati dal leone, eppure la vita mi appariva lieta anche senza sapere queste cose e sorridevo al pensiero del futuro. Così con il sorriso tra le labbra preparai uno scherzo. Vidi due persone camminare lungo la strada con dei libri in mano, mi nascosi velocemente dietro un grosso macigno, quando si furono avvicinate le chiamai fingendomi in pericolo, esse accorsero e mentre aggiravano il macigno con uno sgambetto le feci precipitare in un grosso anfratto abissale. Rotolarono per mille metri sulle rocce acuminate e sugli alberi scabrosi e finirono la loro corsa in un fiume micidiale, infatti avevo collocato in esso i cavi dell'alta tensione facendo in modo che ogni cosa che si fosse bagnata nel fiume si sarebbe folgorata, e così fu, i due passanti saettarono in orbita colpiti da mille convulsioni e caddero proprio nella tana di un leone che li sbranò con grande appetito e con mio grande piacere. Di loro rimasero solamente i volantini di Torre di guardia e un'inutile libraccio divulgativo di terz’ordine su come ebbe origine la vita.Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-50553327577920451722009-06-27T11:38:00.005+02:002009-06-27T11:51:19.978+02:00L'osteria<div align="left"><br /><br />Parecchi anni or sono a San Giovanni Rodondo ad un certo Marino Peto venne in mente di aprire un'osteria. Comperò un localino non troppo distante dal centro città, con un grande parcheggio davanti e delle ampie vetrate chiare che lo rendevano luminoso di giorno e splendente di notte. Fece portare un pesante bancone ricurvo e lo fece sistemare proprio in mezzo al locale, cosicchè tutta la vita sarebbe prillata attorno al centro, e le sedie arcuate e i tavolini ovali realizzavano le idee circolari del proprietario e completavano i propositi di chi aveva battezzato la città. All'inaugurazione venne tanta gente perbene, non aristocratica, ma piccolo borghese, non ci fu troppo chiasso e alla chiusura tutti si lusingarono di tornarvi il più presto. Ogni sera che passava veniva sempre nuova gente, e trascorse solo un mese che l'osteria fu sempre al completo. Il carattere tranquillo del proprietario metteva la gente a suo agio e tutto splendeva magnificamente fino a che un giorno irruppe un frate. Padre Pio andò al bancone ed ordinò un crodino, ma appena ne ebbe bevuto un sorso Marino Peto notò che le stigmate del monaco avevano impregnato il bicchiere di sangue, se ne sentì tremendamente offeso, l'odiò e bestemmiò più e più volte, ma il frate rispose che quelle ferite erano quelle di cristo e che comunque non se ne sarebbe andato prima di aver bevuto il suo crodino, e così facendo si appoggiò sul bancone che rimase macchiato di sangue. Marino Peto divenne rosso in viso, sbiancò e divenne blu, ingiallì e si fece nero di rabbia, prese in mano una sedia arcuata e la distrusse sulla schiena di Padre Pio, il quale, pure lui imbestialito salì in piedi su un tavolino ricurvo e defecò senza alcun riguardo ai clienti che guardarono sbigottiti la scena. Così Marino rincorse il frate con in mano una mannaia per tutto il locale, cercando di colpirlo, e ad ogni colpo non riuscito feriva i clienti che stranamente rimanevano seduti senza muover ciglio, incominciò a lanciargli bottiglie, ma l'agilità del frate era notevole, così le bottiglie fracassavano i crani della gente. Padre Pio si tolse la sottana fratesca e urinò per terra, Marino, con in mano una spada, tentò di evirarlo ma scivolò e tagliò la testa ad un frequentatore affezionato che tentava di ordinare una cedrata. Il frate, correndo, lanciava conati di vomito, Marino, correndo, lanciava pugnali che trafissero a morte tutti i clienti rimasti in vita. Si andò avanti così per tutta la notte e per i giorni successivi ed oggi ogni persona che passa per San Giovanni Rotondo non può fare a meno di bere qualcosa all'osteria rotondeggiante di Marino Peto, con le sue sedie arcuate, i suoi tavolini ovali e il mezzo busto impagliato di Padre Pio che, all'entrata, sorride affabile invitando tutti ad entrare. </div>Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-46728589314494421062009-06-25T02:40:00.001+02:002009-06-25T02:42:38.120+02:00L'accattoneGaloppando per la via Emilia m’imbattei in un maledetto mendicante. Vestito come un pezzente, maleodorante, balbuziente e credente. Esso mi disse di essere stato di famiglia perbene, quasi ricco, e dopo aver ereditato ogni cosa la regalò ai poveri che incrociavano il suo cammino e così, in poco tempo, gli rimasero solamente degli stracci addosso e dei sandali nauseabondi. L’amore per il prossimo era stato il suo unico proposito e ora chiedeva unicamente qualche cosa da mangiare per continuare a vivere, era certo, mi confidò, che tutto il bene che aveva fatto gli sarebbe ritornato, e Gesù Cristo non l’avrebbe mai abbandonato. Rimasi perplesso un istante, mi guardai attorno e lo colpii con un potente fendente alla mandibola, il mendicante cadde a terra in lacrime e rialzandosi pregò il suo Dio che il dolore svanisca in fretta, colsi l’occasione per screditare le sue fantasie e lo trafissi con uno stecco proprio in mezzo al corpo, avendo cura, è chiaro, di non danneggiare organi vitali. Lo percossi a lungo, lo bastonai per ore, lo ferii, lo ustionai, gli strappai via i denti e facendo ciò lo ricoprii di diaboliche bestemmie, che pareva facessero soffrire il mendicante più delle percosse. Appena ebbi terminato la mia predica, l’accattone, con un filo di voce, mi chiese il motivo di tanta gratuita violenza, in risposta me ne andai felice per la mia strada sfigurandolo con un calcio ben assestato diritto negli occhi.Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-90299834914979315962009-06-23T23:40:00.004+02:002009-06-24T12:42:25.258+02:00La tanaContemplando il quadro del defunto pontefice in fondo al magazzino di Dido Porcolò notai l'improbabile dimora di un gatto sodomita. Esso infatti decise un giorno di recidere con astuzia e arguzia la tela del quadro, grattò a più non posso il muro fino ad incunearvi il suo confortevole alloggio. Il quadro del papa gli faceva così da porta, e la sua tana divenne accogliente. Il gatto sodomita era un gatto particolarmente intelligente, così, per difendersi dall'autunno imminente, stabilì di intonacare le pareti del suo rifugio. Il felino, furbo come un diavolo, evidentemente conosceva i segreti della vita, e scelse di intonacare con le feci, ma più l'inverno si avvicinava, più il freddo pungente faceva tremare il gatto che a sua volta nuovamente defecava e intonacava la sua casa. L'intonacò per mesi e mesi fino a che le feci uccisero il gatto soffocandolo. Finito l'inverno le temperature andarono alzandosi e giunta l'estate le pareti della casa si sciolsero. Dido Porcolò passeggiava per il suo magazzino in una mattinata di agosto, alzò gli occhi alla parete e credette ad un miracolo quando vide l'effigie di Carol Voitila che aveva cagato lungo il muro.Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-61821864508893517712009-06-19T01:51:00.001+02:002014-05-26T10:14:07.055+02:00L'agguato<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBeiW0tR_XZ8t4enpMjvTY4lBEmNE_hz7-ou5IoRLx-r36ur4FLF8rl2yDYmEfn3OImWHHBA5iqaUsAGnrptfnko6O0P5FEECtCZIUM-HgbvGalwpY8WFo0PlRCIK3-zPIuArqugIGL8tp/s1600/suora+che+cammina+-+agguato.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBeiW0tR_XZ8t4enpMjvTY4lBEmNE_hz7-ou5IoRLx-r36ur4FLF8rl2yDYmEfn3OImWHHBA5iqaUsAGnrptfnko6O0P5FEECtCZIUM-HgbvGalwpY8WFo0PlRCIK3-zPIuArqugIGL8tp/s1600/suora+che+cammina+-+agguato.jpg" height="216" width="320" /></a></div>
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Arrugginita che fu la mia corazza impiegai settimane ad incontrare un furbo che me la lavò e me la sistemò, ma una volta che fu lavata e sistemata fui pronto all’azione. Attesi ore ed ore all’angolo del teatro, dove la vista della piazza allarga il cuore a chi striscia intorno ai vicoli della città vecchia. Ed io, teso come la corda di un impiccato e piegato sulle gambe indugiavo nel più assoluto silenzio e nella più accorta concentrazione. Ad un tratto la vidi, eccola, la mia preda, si avvicinava, l’attendevo e stavo per incontrarla, ero pronto all’azione e la poveretta forse non s’immaginava che gli sarebbe accaduto, e continuava ad avvicinarsi a me. Quando mi fu a due passi alzai il capo e scattai con più potenza possibile verso di lei che appena mi vide rimase immobile, congelata nel panico, abbassai la testa e l'incornai diretta nello stomaco disarcionandola dalle sue scarpe nere e sfracellandola proprio in mezzo alla piazza. Me ne andai soddisfatto per la mia strada con indosso il suo copricapo suoresco.Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-475053665523827084.post-10587817280300921952009-06-18T00:23:00.001+02:002009-06-19T12:45:29.997+02:00Il TatuaggioDecisi di comperarmi un gatto, andai dal gattivendolo e scartabellando gli animali ammassati in un immenso bidone imprecai contro il suo Dio, qualunque esso sia. Il brav’uomo, vedendomi curiosamente instabile e nervoso, mi sorrise e m’invitò nella stanza attigua a conversare su importanti questioni filosofiche.<br />Impiegai 43 ore ad espletare noiose spiegazioni affannose su come la credenza nella bibbia annebbia e l’inutilità di un Dio com’è in essa descritto non è utile a nessuno, tantodimenoche ad uno come me che vuol comperare un gatto.<br />Il gattivendolo sorrise di nuovo e disse che anche i gatti sono protetti da Dio e che Dio è buono e bravo e se facciamo del male ai gatti Dio si arrabbia molto perché se si è cattivi allora Dio s’incazza e poi sono cazzi di chi ha fatto incazzare Dio.<br />Gli sorrisi a mia volta e tornai a casa solo dopo essermi tatuato un gatto crocefisso sul deretano.Saints killhttp://www.blogger.com/profile/14057805555505117517noreply@blogger.com0