giovedì 12 luglio 2012
Il deretano
Un due tre, ed ecco che il mio deretano fu pronto ad esplodere.
Vidi, per l’appunto, un’indecente bislacca figura pararmisi d’innanzi. Lo riconobbi in un istante, esso, tarchiato, sciancato, andicappato, dal suo occhio buono capii che colui, il rattrappito sbilenco, menomato, zoppo, era un credente. Lo vidi, come dissi, per l’appunto, puntando il dito verso il suo occhio, capii che il meschino aveva in se la convinzione di rivedere i suoi cari estinti dopo la sua inevitabile dipartita, il poveruomo si credeva fatto a somiglianza di dio, e fatto da dio stesso. Il disgraziato si era persuaso che la madonna e i santi fossero nel giusto, che gli apostoli fossero ragionevoli e che la bibbia non poteva provenire che dal divino, dall’altissimo (come credeva lui, il mentecatto).
Mi voltai e annientai lo squilibrato con il mio più potente peto, lo scaraventai sulla luna e non lo vidi più. Il mio deretano è però sempre preparato a colpirlo ancora e ancora e ancora…
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