venerdì 24 maggio 2013
La campana
Percepivo l’odioso suono della campana, ma non ne captavo la provenienza. Cercai, come un cane annusa il tartufo, di aguzzare l’orecchio, di riconoscerne la fonte, d’intuirne, se mi fosse stato possibile, l’origine.
Dunque perlustrai ogni contrada, ispezionai ogni città, esaminai, con l’abilità di un segugio, ogni via, ogni sentiero. Analizzai tutti i cantoni, visitai fino all’ultimo luogo remoto del globo, ma, con mio grande dolore, non conseguii ciò che cercavo. Quella nefasta campana continuava a suonare.
Senza più speranze alzai gli occhi al cielo, scandagliando per l’ultima volta, sforzandomi di ripescare, con un chimerico miraggio, la genesi del mio tormento.
E mi parve di trovare qualcosa, si, la vidi, vidi finalmente quella deprecabile campana!!!
Urlai il più forte possibile verso di essa, ma con una tale intensità che la prestanza della mia voce produsse un’energia, un vigore, una gagliarda e virile folata di vento miscelato ad una micidiale scarica elettrica mai veduta prima d’ora. Tanto fu immenso il mio sforzo che la campana saltò via dal campanile e con essa anche il prete che la stava suonando.
Volarono e volano ancora nel cosmo più occulto e recondito.
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