martedì 14 luglio 2009
L'Iphone
Fra Merdaro era un brav’uomo, il saio che portava, simbolo di povertà, lo ostentava alla gente comune che in lui vedeva una persona attraente, un frate buono. Il giorno del suo settantaquattresimo genetliaco si recò in città con il suo solito passo ballonzolante e il suo gaio e cortese sorriso sorridente, visitò due malati terminali portandogli quel mendace conforto che solo un santo pio devoto può dare, pregò per ore il suo supposto e sofisticato Dio chimerico, si rifocillò con un gelato pestilenziale che aveva conservato per anni dentro uno stivale appestato, ed acquistò un Iphone, ne rimase folgorato. Infatti, dopo averselo infilato nella tenebrosa apertura aborale delle sue membra, il maliardo cellulare incantato, dotato dei prodigiosi poteri portentosi congegnati dalla Apple trovò da se una linea wi-fi non protetta nominata “ammazzafratemerdaro”, si collegò ad internet e visitò senza tregua il blog di Bebbe Grillo e un astuto sito e-commerce tailandese dedicato alla diffusione e alla vendita dei nuovissimi cellulari anali. Vibrò per ore fino a che non si liquefece portando alla detonazione del gps e all’implosione di Frate Merdaro fino a far rimanere di lui null’altro che il suo marmoreo cuoio cappelluto e i suoi costosissimi occhiali dorati tempestati di diamanti e di uno sterco fossilizzato risalente alla metà del quindicimila avanti cristo.
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