Peto la Bomba analizzò per ore il noioso sermone del vescovo durante la messa di natale ma non riuscì in alcun modo ad ottenere qualche cosa di attinente alla sua ricerca, dunque scandagliò i reconditi intestini della sua latrina nauseabonda ma rimase interdetto non trovandovi in essa la Grande risoluzione che si aspettava.
Peto infatti visse per anni con l'unico obiettivo di trovare una risposta alla domanda: la merda, dove va?? Lo sapeva bene che una volta fuoriuscita dall'apertura aborale del suo corpo avrebbe galleggiato estasiata sull'acqua del water, ma poi, dopo aver tirato lo sciacquone, essa se ne sarebbe svanita dalla sua vista per non si sa quale meta, e ciò lo faceva vaneggiare, sognava che un giorno avrebbe trovato un posto beato con tutte le merde del mondo, quel dì sarebbe stato felice.
Entrando in chiesa ogni domenica vedeva tanta gente perbene, pronta a fare del bene, ma in una circostanza la sua sorpresa fu enorme quando riconobbe nell’ostia della comunione che si accingeva a compiere un suo vecchio escremento perduto giorni prima nel machiavellico intreccio dei tubi della sua toilette.
Dopo decenni di inchieste, sequestri, intercettazioni e segrete indagini si apprese che ogni escremento finiva sotto la cupola del vaticano, dove veniva rimescolato, soffocato, ripreso, unto, manipolato, incenerito, miscelato, masticato e ricombinato fino a divenire un’ostia, che veniva benedetta con l’urina del papa, pronta per la comunione dei fedeli.
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