Carlo Testicolo non aveva alcuna voglia d’innamorarsi della suora che lo vestiva e lo custodiva durante la sua spietata infanzia d’orfano che gli capitò, ma nonostante i suoi sforzi e le sue pene non poté farne a meno e quando la suora, in un momento di distrazione, si voltò, egli le disse quello che congetturava e mentre proferiva i verbi amorosi sprigionava dal deretano una pestilenziale flatulenza che gremì la stanza. Il fiato mancò alla religiosa ed egli la vide assopirsi al suolo, e mentre s’accasciava perdendo i sensi sentì accrescere un diabolico sorriso sul suo volto.
Le prese il viso e lo baciò, le baciò le mani e il collo e laddove lo sguardo non poteva penetrare le vesti sacre egli la bastonò con la più dura ferocia e brutalità. La furiosa crudeltà si abbatteva solamente sulle parti ricoperte dagl’ indumenti, tutto il resto lo ricoprì di rose e di profumi, di blandizie e amorevolezze. Il velo ben presto s’intrise di sangue rappreso ma a Carlo non importava, il vestito sporco non era d’intralcio alle sue effusioni e affettuosità. Così la amò per tutta la notte e per i giorni a venire finché il fetore imposto dalla putrefazione non esortò Carlo alla ricerca di un nuovo amore, così se ne andò felice per la sua strada.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento