giovedì 2 dicembre 2010

La bestemmia

Conobbi le brezze marine del Caucaso e precepii un divulgare di anatemi sacrilegi, conobbi le alte giogaie ombrose nei pomeriggi di maggio sotto un sole rovente e udii bestemmie venir fuori dagli alberi e dalle tane del rospo, conobbi lande desolate e non ascoltai altro che vituperi e imprecazioni giungere dalle rocce e dal florido terreno. Un tempo distinsi una croce crocefiggere altre croci che a loro volta si crocifiggevano ed anche in quel momento, non udii altro che maledizioni, eresie e bestialità venir fuori dal legno e dai chiodi e sentii imprecare i tarli che mangiavano le croci e la mia anima fu invasa dall’immenso freddo, poiché il calore dagli anatemi era rapito. Vagai per le frondose foreste e vidi cagne violentate dagli alberi e dalle rocce, vidi il materializzarsi dell’imprecazione, nacque l’impensabile animale biforcuto, terribile a vedersi, indesiderabile ma perfetto. Lo riconobbi dal suo odore bestiale e dalla sua bestiale mancanza di fetore, dalla sua inestimabile deformità e dalla sua rarissima leggiadria. Esso mi guardò affatto stupefatto e, curvatosi, defecò in un pitale marrone.

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