venerdì 19 giugno 2009

L'agguato



Arrugginita che fu la mia corazza impiegai settimane ad incontrare un furbo che me la lavò e me la sistemò, ma una volta che fu lavata e sistemata fui pronto all’azione. Attesi ore ed ore all’angolo del teatro, dove la vista della piazza allarga il cuore a chi striscia intorno ai vicoli della città vecchia. Ed io, teso come la corda di un impiccato e piegato sulle gambe indugiavo nel più assoluto silenzio e nella più accorta concentrazione. Ad un tratto la vidi, eccola, la mia preda, si avvicinava, l’attendevo e stavo per incontrarla, ero pronto all’azione e la poveretta forse non s’immaginava che gli sarebbe accaduto, e continuava ad avvicinarsi a me. Quando mi fu a due passi alzai il capo e scattai con più potenza possibile verso di lei che appena mi vide rimase immobile, congelata nel panico, abbassai la testa e l'incornai diretta nello stomaco disarcionandola dalle sue scarpe nere e sfracellandola proprio in mezzo alla piazza. Me ne andai soddisfatto per la mia strada con indosso il suo copricapo suoresco.

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