Parecchi anni or sono a San Giovanni Rodondo ad un certo Marino Peto venne in mente di aprire un'osteria. Comperò un localino non troppo distante dal centro città, con un grande parcheggio davanti e delle ampie vetrate chiare che lo rendevano luminoso di giorno e splendente di notte. Fece portare un pesante bancone ricurvo e lo fece sistemare proprio in mezzo al locale, cosicchè tutta la vita sarebbe prillata attorno al centro, e le sedie arcuate e i tavolini ovali realizzavano le idee circolari del proprietario e completavano i propositi di chi aveva battezzato la città. All'inaugurazione venne tanta gente perbene, non aristocratica, ma piccolo borghese, non ci fu troppo chiasso e alla chiusura tutti si lusingarono di tornarvi il più presto. Ogni sera che passava veniva sempre nuova gente, e trascorse solo un mese che l'osteria fu sempre al completo. Il carattere tranquillo del proprietario metteva la gente a suo agio e tutto splendeva magnificamente fino a che un giorno irruppe un frate. Padre Pio andò al bancone ed ordinò un crodino, ma appena ne ebbe bevuto un sorso Marino Peto notò che le stigmate del monaco avevano impregnato il bicchiere di sangue, se ne sentì tremendamente offeso, l'odiò e bestemmiò più e più volte, ma il frate rispose che quelle ferite erano quelle di cristo e che comunque non se ne sarebbe andato prima di aver bevuto il suo crodino, e così facendo si appoggiò sul bancone che rimase macchiato di sangue. Marino Peto divenne rosso in viso, sbiancò e divenne blu, ingiallì e si fece nero di rabbia, prese in mano una sedia arcuata e la distrusse sulla schiena di Padre Pio, il quale, pure lui imbestialito salì in piedi su un tavolino ricurvo e defecò senza alcun riguardo ai clienti che guardarono sbigottiti la scena. Così Marino rincorse il frate con in mano una mannaia per tutto il locale, cercando di colpirlo, e ad ogni colpo non riuscito feriva i clienti che stranamente rimanevano seduti senza muover ciglio, incominciò a lanciargli bottiglie, ma l'agilità del frate era notevole, così le bottiglie fracassavano i crani della gente. Padre Pio si tolse la sottana fratesca e urinò per terra, Marino, con in mano una spada, tentò di evirarlo ma scivolò e tagliò la testa ad un frequentatore affezionato che tentava di ordinare una cedrata. Il frate, correndo, lanciava conati di vomito, Marino, correndo, lanciava pugnali che trafissero a morte tutti i clienti rimasti in vita. Si andò avanti così per tutta la notte e per i giorni successivi ed oggi ogni persona che passa per San Giovanni Rotondo non può fare a meno di bere qualcosa all'osteria rotondeggiante di Marino Peto, con le sue sedie arcuate, i suoi tavolini ovali e il mezzo busto impagliato di Padre Pio che, all'entrata, sorride affabile invitando tutti ad entrare.
sabato 27 giugno 2009
L'osteria
Parecchi anni or sono a San Giovanni Rodondo ad un certo Marino Peto venne in mente di aprire un'osteria. Comperò un localino non troppo distante dal centro città, con un grande parcheggio davanti e delle ampie vetrate chiare che lo rendevano luminoso di giorno e splendente di notte. Fece portare un pesante bancone ricurvo e lo fece sistemare proprio in mezzo al locale, cosicchè tutta la vita sarebbe prillata attorno al centro, e le sedie arcuate e i tavolini ovali realizzavano le idee circolari del proprietario e completavano i propositi di chi aveva battezzato la città. All'inaugurazione venne tanta gente perbene, non aristocratica, ma piccolo borghese, non ci fu troppo chiasso e alla chiusura tutti si lusingarono di tornarvi il più presto. Ogni sera che passava veniva sempre nuova gente, e trascorse solo un mese che l'osteria fu sempre al completo. Il carattere tranquillo del proprietario metteva la gente a suo agio e tutto splendeva magnificamente fino a che un giorno irruppe un frate. Padre Pio andò al bancone ed ordinò un crodino, ma appena ne ebbe bevuto un sorso Marino Peto notò che le stigmate del monaco avevano impregnato il bicchiere di sangue, se ne sentì tremendamente offeso, l'odiò e bestemmiò più e più volte, ma il frate rispose che quelle ferite erano quelle di cristo e che comunque non se ne sarebbe andato prima di aver bevuto il suo crodino, e così facendo si appoggiò sul bancone che rimase macchiato di sangue. Marino Peto divenne rosso in viso, sbiancò e divenne blu, ingiallì e si fece nero di rabbia, prese in mano una sedia arcuata e la distrusse sulla schiena di Padre Pio, il quale, pure lui imbestialito salì in piedi su un tavolino ricurvo e defecò senza alcun riguardo ai clienti che guardarono sbigottiti la scena. Così Marino rincorse il frate con in mano una mannaia per tutto il locale, cercando di colpirlo, e ad ogni colpo non riuscito feriva i clienti che stranamente rimanevano seduti senza muover ciglio, incominciò a lanciargli bottiglie, ma l'agilità del frate era notevole, così le bottiglie fracassavano i crani della gente. Padre Pio si tolse la sottana fratesca e urinò per terra, Marino, con in mano una spada, tentò di evirarlo ma scivolò e tagliò la testa ad un frequentatore affezionato che tentava di ordinare una cedrata. Il frate, correndo, lanciava conati di vomito, Marino, correndo, lanciava pugnali che trafissero a morte tutti i clienti rimasti in vita. Si andò avanti così per tutta la notte e per i giorni successivi ed oggi ogni persona che passa per San Giovanni Rotondo non può fare a meno di bere qualcosa all'osteria rotondeggiante di Marino Peto, con le sue sedie arcuate, i suoi tavolini ovali e il mezzo busto impagliato di Padre Pio che, all'entrata, sorride affabile invitando tutti ad entrare.
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