martedì 20 luglio 2010

Le Formiche

Infischiandomene dell’improvviso temporale rimasi all’esterno della chiesa madido di fango e di pioggia fanghesca, inetto al riparo e maldestro e sciocco decisi di urinare per farmi balenare qualche idea nel cranio.
Spremendo la mia diligente uretra feci schizzare l’odoroso fluido fuori di me e lo diressi diligentemente contro un pilastro della incommensurabile realizzazione che mi si ergeva di fronte. Molte volte, transitando nei sobborghi di questa meravigliosa cattedrale, vagheggiai elucubrazioni demolitrici, fantasticai tremendi sismi o spaventose trombe d’aria od orribili eruzioni vulcaniche od agghiaccianti devastazioni nemiche. Eppure ogni tentativo si risolveva nell’impossibile disfacimento dell’opera.
Mai mi sarei aspettato ciò che accadde: infatti l’escrezione del mio possente rene si scaraventò contro il pilastro della chiesa, scivolò sul terreno sottostante che naturalmente lo assorbì, la pioggia che cadeva abbondante era però spaventosamente susseguente ad una terribile combustione che aveva annientato la mia casa (e con essa la mia micidiale collezione di feci), la pioggia era dunque una terribile pioggia acida che, mescolatasi all’acido urico, ippurico, solforico, fosforico nonché cloridrico della mia urina, divenne deleterio per la colonia di formiche che dimorava proprio sotto la chiesa. Morirono tutte le operaie e il formicaio divenne un inopinato cimitero carico di cibo appartato per l’inverno. Il caso volle che il cibo delle formiche - trovato sulle rocce, nell’acqua e in certi organismi viventi - era stracolmo di uranio arricchito. Non appena le formiche operaie morirono, le formiche volanti raggrupparono tutto il cibo in un’unica stanza del formicaio, l’uranio arricchito si approssimò causando una micidiale reazione atomica che annientò ogni cosa nell’arco di mille miglia. Della solenne e maestosa chiesa non ne rimase nemmeno il ricordo! Sbigottito e meravigliato me ne andai felice per la mia strada.