lunedì 24 settembre 2012

Il Coltellaccio


Avevo un coltellaccio rugginoso e me lo roteavo tra le dita facendolo turbinare ad una velocità eccezionale mentre repentinamente lanciavo occhiate all’antica figurazione impressa sulla centenaria porta del convento. Il cinguettio dei fringuelli mi distrasse, ahimè, e voltatomi verso quel suono mi scivolò via il coltellaccio dalle mani e lo persi di vista, cominciai così una penosa ricerca spiacevole che durò parecchie ore. Perlustrai l’ampia latrina del convento in ogni angolo, ma non lo trovai. Esplorai il vetusto gabinetto del frate anziano, roteai persino il nauseabondo sterco che galleggiava sull’acqua, ma non lo trovai. Frugai nella toilette e nel bagno turco privato dei francescani, scandagliandolo da capo a piedi, ma non lo trovai. Setacciai i numerosi vespasiani che si ergevano in ogni cantone, investigando i bidet, gli acquai, i lavelli e i lavabi, ma non lo trovai. Rovistai i restanti locali, ma tra i numerosi cessi, le trecento stanze da bagno, i centocinquanta servizi e i millecinquecento W.C. non riesumai il mio fedele alleato arrugginito. E scandagliai tutto con la giustezza e la diligenza e il rigore dei migliori segugi. Dunque, contrariato, uscii dal convento con l’intenzione di non ritornarvi più, non prima di aver scavalcato il misero cadavere di un fraticello guardiano colpito a morte da un pugnale errante.

giovedì 12 luglio 2012

Il deretano

Un due tre, ed ecco che il mio deretano fu pronto ad esplodere. Vidi, per l’appunto, un’indecente bislacca figura pararmisi d’innanzi. Lo riconobbi in un istante, esso, tarchiato, sciancato, andicappato, dal suo occhio buono capii che colui, il rattrappito sbilenco, menomato, zoppo, era un credente. Lo vidi, come dissi, per l’appunto, puntando il dito verso il suo occhio, capii che il meschino aveva in se la convinzione di rivedere i suoi cari estinti dopo la sua inevitabile dipartita, il poveruomo si credeva fatto a somiglianza di dio, e fatto da dio stesso. Il disgraziato si era persuaso che la madonna e i santi fossero nel giusto, che gli apostoli fossero ragionevoli e che la bibbia non poteva provenire che dal divino, dall’altissimo (come credeva lui, il mentecatto). Mi voltai e annientai lo squilibrato con il mio più potente peto, lo scaraventai sulla luna e non lo vidi più. Il mio deretano è però sempre preparato a colpirlo ancora e ancora e ancora…